Il mese di settembre contrassegna la fine dell'estate, e quindi il ritorno alla routine invernale, con la riapertura delle scuole e, di norma, il rientro a lavoro. Tuttavia la stagione calda non è completamente terminata, soprattutto nel Sud della penisola italiana, dove le temperature tendono a mantenersi miti ancora per un po'. Del resto, sebbene la grande maggioranza delle persone abbia già avuto le ferie, non è raro che vi siano dei “ritardatari”, coloro che scelgono l'ultimo mese utile per andare in vacanza. Tra le destinazioni italiane più popolari vi è sicuramente Tropea, antico comune calabrese adagiato sulla costa tirrenica. Grazie ad un centro storico che si staglia su di un promontorio roccioso a picco sul mare, acque terse e spiagge immacolate, la cittadina risulta piacevole anche quando l'estate comincia a declinare dolcemente verso il tepore autunnale, e infatti hotel e villaggi a Tropea sono ancora in funzione, così come le attività che caratterizzano il clou della stagione calda. Inoltre il comune offre ancora una serie di eventi che da un lato valorizzano maggiormente il luogo, dall'altro aumentano le opportunità di svago per gli ultimi turisti. Un esempio è il famoso Tropea Blues Festival, l'evento musicale più atteso della Calabria e non solo.
Dal 20 settembre all'1 ottobre 2016 la cittadina riempirà l'aria di note musicali blues cercando di contestualizzare e ricreare in qualche modo l'ambiente natio di questo genere musicale. Infatti il festival, che nasce nel 2005 col nome di Street of Blues ad opera dell'Associazione Tropea Blues, prevede l'esibizione degli artisti, emergenti e non, in mezzo alla gente, come avviene a New Orleans, città natale di questo canto. A tal proposito vengono installati tra le vie e le piazze del centro dei palchi fissi che permetteranno al pubblico di lasciarsi coinvolgere pienamente nello spettacolo, di sentirsi parte viva dell'esperienza musicale. Ma il Tropea Blues Festival non è solo musica in quanto ogni anno sono previsti, convegni, incontri a tema e tavole rotonde dove partecipano appassionati, esperti ed artisti del settore e dove vengono presentati libri ed album musicali. La manifestazione si prefigge come obiettivo, oltre al maggiore incremento del turismo locale, la quanto più possibile sensibilizzazione verso un genere musicale che racchiude in sé la storia di un popolo.
La cura che l'Associazione mette nell'organizzazione del festival non è dovuta semplicemente all'obbligo che si impone naturalmente in questo genere di attività. Se si cerca di forgiare l'atmosfera tipica del blues è anche per una sorta di rispetto verso questo genere musicale, verso le storie che esso narra e da cui trae origine. Esso nasce infatti nelle piantagioni, soprattutto di cotone (la nota Cotton Belt), nel sud degli Stati Uniti d'America, dove il popolo nero americano, ridotto in schiavitù, sviluppò una base ritmica elementare del lavoro, sia tentando di sopportarne meglio le fatiche, sia per interagire all'interno del gruppo. Del resto, gli schiavi, provenendo da diverse zone dell'Africa, parlavano lingue diverse e si era allora creata la necessità di dare vita ad un linguaggio universale ma che, allo stesso tempo, non fosse comprensibile a padroni e sorveglianti bianchi (basato quindi su metafore, doppi sensi e sottintesi). Nel corso del tempo, come avviene in ogni campo, il blues ha subito trasformazioni, evoluzioni e ha influenzato molti stili della musica popolare moderna. Tuttavia la nota dolce e dolorosa che caratterizza questo canto resta immutata. L'anima del blues esprime la sofferenza quotidiana, quella corda in continua tensione verso la denuncia del proprio tormento, la speranza di un futuro migliore e la nostalgia della propria terra. Per respirare a pieni polmoni la poesia acre e avvolgente del blues, non vi resta che recarvi a Tropea per uno dei maggiori festival del blues in Italia.