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Terra, acqua, mani e fuoco: l'arte della ceramica

Terra, acqua, mani e fuoco: l'arte della ceramica

Il ruolo storico-antropologico dell’arte ceramica

Fin dai tempi antichi la ceramica, espressione materiale fra le più significative della cultura di un popolo, ha avuto diverse funzioni, da quella d'uso all’estetica, dalla simbolica alla documentaria. Ecco perché si ritiene che essa abbia uno stretto legame con la comunità che la crea e la adopera rispecchiandone la personalità molto più di quanto possano fare abitazioni, armi, utensile o gioielli. Ciò è ancor più vero a proposito della Regione Calabria se si tiene presente che storicamente è stata la prima regione della penisola in cui furono introdotti l'uso del tornio da vasaio, la cottura in forni ad alta temperatura di vasi di argilla depurata con decorazione dipinta e la lavorazione del ferro. In questa ottica, il tema della ceramica popolare calabrese assume una connotazione storico-antropologica, evidenziando usi e costumi del territorio connessi alla sua produzione e all'uso. 

Pinakes locresi, ceramica ingobbiata e graffita, maschere

Compiere un viaggio attraverso i maggiori centri ceramici della regione significa non solo visitare precise località, ma anche conoscere le denominazioni dialettali dei manufatti tipici di ogni luogo. Pinakes, ad esempio è il termine con cui a Locri si indicano ex voto in terracotta con bassorilievi recanti rappresentazioni del ratto di Proserpina. Nel passato essi venivano appesi agli alberi con l’inizio della Primavera, stagione in cui si riteneva che la dea venisse sulla terra e distrutti in Autunno, stagione in cui venivano gettati in fosse sacre dette “favisse”. I Pinakes prodotti oggi sono delle fedeli riproduzioni di quelli antichi e sono particolarmente ricercati dai collezionisti. Caratteristica della città di Squillace è la produzione di ceramica ingobbiata e graffita, tecnica decorativa arcaica, di origine bizantina, che solo nel Medioevo e Rinascimento è stata sostituita con la smaltatura, tipica della maiolica. L'ingobbio, ovvero il “graffio” assume una colorazione giallo-mielata, rosso, blu, arancio, verde ramina a contrasto con il fondo dal caldo colore rosso-scuro. Vari sono gli stili e i decori della tradizione ceramica di Squillace: cani, cervi, lupi e fagiani insieme a elementi floreali, quali le foglie di acanto, fanno da cornice a soggetti storici o a motivi religiosi. Ancora oggi è possibile ammirare gli “ argagnu”, o “argagnaru” termine tipico con cui si indica sia il manufatto che colui che lo realizza presso le botteghe di artigiani vasai ubicate nel centro storico di Squillace. Seminara, piccolo paesino nella provincia di Reggio Calabria è noto per la produzione artistica delle maschere apotropaiche. Di chiara ispirazione ellenica, le maschere riproducono quelle usate a scopo catartico nel teatro greco o quelle orrende e grottesche che venivano collocate sull’uscio di casa per scacciare malocchio, spiritelli maligni e diavolo. Alla stessa funzione protettiva assolvono anche i “babbalutti”, bottiglie antropomorfe di varia grandezza, munite talvolta di un manico nella parte posteriore. Entrambi i manufatti rappresentano non solo la fusione tra elemento decorativo e credenze popolari locali ma anche la miscela di culture che hanno in passato interessato la Calabria.

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