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Scoprire Morano Calabro (Cosenza)

Scoprire Morano Calabro (Cosenza)

Le perle architettoniche e artistiche di Morano Calabro

All’interno del suggestivo Parco Nazionale del Pollino, adagiato su un colle di quasi 700 metri d’altezza, al quale fa da cornice il versante calabrese del massiccio con le vette della Serra del Prete e del Dolcedorme, sorge Morano Calabro, uno fra i più incantevoli borghi della Penisola italiana. In questa cittadina, che incarna la perfetta simbiosi fra arte, architettura e natura, le case di origine tardo medioevale si affastellano e intersecano quasi abbracciandosi, mentre gli archi, i torrioni e i contrafforti si compongono fra loro mostrando, nell’insieme, uno scenario davvero unico al visitatore. Al di là del sorprendente colpo d’occhio che questo borgo offre, Morano Calabro nasconde al suo interno preziosi tesori che il turista, durante un soggiorno di vacanza in Calabria, deve assolutamente scoprire. In Calabria, l’architettura francescana del Quattrocento trova la sua massima espressione nel complesso monastico della Chiesa di San Bernardino da Siena, interamente realizzato in stile tardo gotico. Edificata grazie alla volontà del principe Pierantonio Sanseverino e consacrata, dopo oltre trent’anni di lavori, nell’aprile del 1485, la chiesa, che occupa il fianco destro del complesso architettonico, mostra al suo ingresso un portico sostenuto da cinque arcate a tutto sesto, sul cui sfondo si trovano tracce di antichi affreschi seicenteschi. L’accesso alla chiesa avviene attraverso un grande portale a sesto acuto, mentre un secondo portale, più piccolo e con arco ribassato, conduce nell’ampio chiostro dell’adiacente monastero. Il visitatore resterà meravigliato osservando l’originale soffitto in legno, lavorato a quadri, della navata centrale e il suggestivo crocefisso del XV secolo posizionato sull’altare maggiore, mentre il Polittico del veneto Bartolomeo Vivarini, vero e proprio capolavoro pittorico del 1477, un tempo collocato al di sotto del crocefisso citato poc’anzi, è ora conservato in un altro edificio sacro di notevole interesse: la Collegiata di Santa Maria Maddalena. Frutto di numerosi ampliamenti e ristrutturazioni, quest'ultima, il cui nucleo fu edificato nel 1097, trovò la sua definitiva struttura solo nel XIX secolo con il completamento della facciata. L’edificio presenta l’originaria pianta a croce latina con una navata centrale sormontata da una volta a botte e due navate laterali che accolgono cinque cappelle ciascuna. Al suo interno si trovano importanti opere scultoree provenienti dalla scuola del Bernini e la Madonna degl'Angioli di Antonello Gagini, ma è nella Sacrestia che si trovano custodite importanti reliquie come una pietra del Santo Sepolcro e l’orma lasciata dal sandalo di San Francesco da Paola su una roccia del monte Sant’Angelo. Nelle vicinanze della Collegiata di Santa Maria Maddalena troviamo la Chiesa del Carmine. I padri Carmelitani fondatori dell’edificio, vollero accanto ad esso, in quel che ora è il palazzo municipale, un ospedale per il soccorso dei pellegrini provenienti dalla terra santa.Sulla Sommità del colle su cui è adagiato Morano Calabro sorge invece la Chiesa Arcipretale dei Santi Pietro e Paolo. Fondata intorno all’anno mille, anche in seguito a svariati interventi di ristrutturazione, essa presenta oggi una solida facciata a capanna sormontata nel timpano da una nicchia contenente la statua di San Pietro. Al suo interno si possono ammirare quattro sculture in marmo di Carrara di Pietro Bernini, padre del più famoso Gian Lorenzo, due pale d’altare attribuite a Giovan Battista Colimodio e un organo portatile del diciottesimo secolo.Adiacente alla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, posizionato in modo da dominare tutta la valle dell’antico Sybaris, troviamo il Castello Normanno-Svevo. Risalente all’epoca romana, ma poi ampliato dai Normanni intorno al 1200 per la sua posizione strategica, esso fu teatro di numerosi scontri armati nel corso del medioevo. La fortezza fu poi ampliata nel Cinquecento secondo il modello del Maschio Angioino di Napoli per ordine del feudatario Pierantonio Sanseverino. Bombardato dall’esercito francese durante l’epoca napoleonica, il castello subì frequenti spoliazioni fino ad essere abbandonato. Solo grazie a recenti ristrutturazioni sono stati recuperati i torrioni frontali, le mura perimetrali e alcuni locali interni. Ai piedi del colle, invece, troviamo la Chiesa di San Nicola di Bari, sviluppata su due piani grazie alla presenza di una cripta dedicata a Santa Maria della Grazie. Questa costruzione di epoca altomedievale presenta poche tracce della sua struttura originaria, se non per il portale a sesto acuto dell’ingresso, sopra il quale si può apprezzare un affresco che raffigura il santo a cui è dedicata la chiesa.Da segnalare infine il convento dei Padri Cappuccini costruito a cavallo fra il XVI e XVII secolo, che vanta un ampio chiostro e una biblioteca con oltre settemila volumi, e il Monastero di Colloreto, eretto sopra un altipiano boscoso, lontano dal centro abitato, per volontà del Beato Bernardo da Rogliano, un frate agostiniano che qui iniziò la sua esperienza religiosa come eremita. 

La natura incontaminata, l’arte culinaria e l’artigianato locale

Morano Calabro rappresenta la sede ideale per chi vuole scoprire veri e propri paradisi terrestri, immersi nella natura. Partendo dalla cittadina, che offre una spettacolare panoramica della Valle Coscile, il visitatore potrà effettuare escursioni sulle varie vette del massiccio del Pollino.Gli amanti della storia possono dirigersi al monte Sassone, sulla strada che porta al borgo di San Basile. Qui, dove secondo Tito Livio si combatterono alcune fasi delle guerre puniche, si possono ammirare ancora oggi i ruderi degli imponenti muraglioni che, in tutta probabilità, furono eretti dai Longobardi. In località Foce, invece, è possibile scorgere muri e frammenti di pavimentazione appartenenti quasi certamente a una villa romana. Mentre alle pendici del monte è possibile visitare la grotta di Donna Marsilia: una caverna naturale preistorica utilizzata, fra il Neolitico e l’età del bronzo, come necropoli. All’interno di questa spelonca sono stati ritrovati scheletri e reperti archeologici di notevole valore, ora conservati al Museo Archeologico di Reggio Calabria. A pochi chilometri dal centro, sul versante più a Sud del monte Cappellazzo, grazie a tre diversi ingressi, gli speleologi esperti possono visitare le grotte di San Paolo. Queste cavità, ricche di formazioni calcaree, si sviluppano per ben 245 metri su un dislivello di 41 e al loro interno vantano la presenza di un torrente sotterraneo. Oltre all’architettura e alla bellezza del paesaggio, a Morano Calabro l’arte culinaria rappresenta una vera e propria attrattiva per i visitatori. Degustando i vari menù proposti dai ristoranti del luogo, infatti, il turista ha modo di assaporare i piatti tipici calabresi apprezzando la bontà della cucina mediterranea. Del resto la terra, lavorata con l’amore e la passione dei contadini del posto, offre ingredienti genuini e ricchi di sapore, pronti a essere combinati fra loro. Complice un clima particolarmente favorevole per la stagionatura, anche gli allevatori di Morano Calabro hanno avviato una fortunata produzione di salumi tipici e della Giuncata, un noto formaggio locale, mentre menzioni particolari meritano la cicerata, lo stoccafisso alla moratese, le scalette e le deliziose ciambelle fritte. Passeggiando fra le strette vie di Morano Calabro il turista incontrerà caratteristiche botteghe dal fascino antico, che espongono manufatti tipici della zona, prodotti tradizionali di un artigianato che si tramanda da molte generazioni. In questi negozi si possono dunque trovare cesti di vimini, mobili realizzati in arte povera, pentole in rame, ma anche veri e propri pezzi di antiquariato.  

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